Il lavoro c'è; per i raccomandati...

Migliorare il livello di apprendimento e contrastare il fenomeno dell'abbandono scolastico non basta.

Negli ultimi anni la crisi che ha colpito l'Italia ha fatto diminuire notevolmente i posti di lavoro. Oggi sono molti i giovani che finite le scuole si ritrovano con dei "fogli in mano" e poca disponibilità di lavoro.
Un articolo della "Stampa" parlava chiaro; "il lavoro c'è per chi studia". E' proprio vero?

Molti casi odierni fanno pensare il contrario. Bastipensare al mondo della politica, in cui ormai entrano solo più i "conoscenti" o i parenti dei politici (o quasi), e che una volta entrati iniziano a guadagnare i milioni; mentre persone da 10 e lode non riescono nemmeno a trovare un posto di lavoro da impiegati e sono costretti a farsi mantenere dai genitori.
Allora è proprio vero che il lavoro c'è per chi studia? Molto probabilmente la pubblica informazione vuole ancora dare questa falsa speranza, e forse l'Italia non valorizza chi studia davvero, valorizza chi sa già di avere un posto sicuro senza neanche finire le scuole.

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